ASSOCIAZIONE GENITORI CATTOLICI

 

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La Cassazione e le famiglie omosex :
«Un bambino può crescere bene»

 

E’ giusto avere due genitori dello stesso sesso?

Sì, secondo la recente sentenza della prima sezione civile della Corte di Cassazione http://www.corriere.it/cronache/13_gennaio_11/cassazione-coppie-omosex_a2e8425c-5bfa-11e2-b348-07f13d8a1ca0.shtml la quale non tiene conto dell’affermazione della Suprema Corte a Sezioni Unite …….E’ da aggiungere che la tutela accordata dal primo comma riguarda non solo le dichiarazioni previste dall’art. 63 cpp ma anche tutte le altre dichiarazioni dalle quali potrebbero emergere fatti disonorevoli (un rapporto incestuoso; un rapporto omosessuale) per il testimone (richiesto ad esempio di indicare le ragioni per le quali era presente in un certo posto a una certa ora)….” sentenza N. 7208 ud. 29/11/2007.

Assolutamente no, secondo molti altri pareri. In primis per i credenti che considerano tale situazione una ribellione al piano di Dio che ha creato un uomo ed una donna (a tal proposito rimando al link http://www.genitoricattolici.org/adozioni%20gay.html per migliori dettagli in merito). In particolare le conseguenze per un bambino potrebbero essere terribili, come dimostrato nel libro autobiografico “Fuori dal buio – la mia vita con un padre gaydi Dawn Stefanowicz-ed. Ares. Fuori dal buio riporta la prefazione di Gerard van den Aardweg  (laurea e dottorato in Psicologia all’Università di Amsterdam, ha insegnato in Università del Brasile ed è attualmente cattedratico di Psicologia presso l’istituto per il Matrimonio e la famiglia Medo, in Olanda. Ha tenuto vari cicli di conferenze in Europa e negli Usa e ha all’attivo numerose pubblicazioni scientifiche sulle due sponde dell’Atlantico. Specializzato nella terapia dell’omosessualità, esercita psicoterapia ad Aerdenhout, in Olanda). Non si tratta quindi di un “retrivo” italiano, termine utilizzato dai gay e dai loro fiancheggiatori massmediatici nei confronti di chi osa criticare le loro opinioni. Il prof. Gerard van den Aardweg,  nella sua prefazione al libro, che anche i giudici della Corte di Cassazione che hanno emesso la recente sentenza dovrebbero conoscere, scrive “Queste pagine portano in luce in prima persona la vicenda, tanto commovente quanto illuminante, di una donna canadese allevata da un padre che conduceva uno stile di vita “gay”, promiscuo e distruttivo. Dawn Stefanowicz, oggi cinquantenne, sposata e con figli, richiama l’attenzione del pubblico sulla triste condizione dei numerosi bambini, incapaci di parlare in propria difesa, che si ritrovano a dover vivere con uno o due genitori sessualmente attivi come omosessuali…. Un vissuto che io stesso ho, purtroppo, avuto modo di riscontrare in tanti anni di attività professionale e che mi porta a mettere in guardia da una nuova, inaudita forma di abuso sui minori, legalizzata e promossa dagli Stati che hanno abbracciato un’ideologia del tutto falsa, per la quale ogni tipo di vissuto e ogni forma di convivenza vengono considerati leciti ed equivalenti, con la conseguenza, fra le altre, che si equiparano rapporti omosessuali ed eterosessuali. Tale ideologia è ostile ai bambini da diversi punti di vista, in quanto calpesta il diritto di ogni bambino ad avere un padre e una madre…..I bambini vengono ciecamente sacrificati dagli ideologi “gay” e “gender” e dai loro corrivi intellettuali e seguaci politici. Non c’è giustizia né compassione per questi piccoli, che devono semplicemente adattarsi alla loro situazione e reprimere il loro naturale desiderio di avere un padre e una madre nel rispetto della differenziazione e complementarietà dei due unici generi che li hanno chiamati alla vita…Forse la più grave violazione del diritto naturale dei bambini ad avere un padre e una madre è l’adozione da parte di coppie omosessuali….le conclusioni di tutti gli studi meno soggetti a pregiudizi evidenziano negli adolescenti cresciuti da genitori gay problemi emotivi e deformazioni sessuali ben più gravi della media…Senza dubbio Dawn Stefanowicz non ce l’avrebbe fatta se non si fosse rivolta a Dio e non avesse cominciato a vivere cristianamente, e se non avesse perdonato suo padre. Il fattore religioso è stato fondamentale nella sua ripresa. Anche in questa prospettiva mi sono ritrovato pienamente: l’esperienza mi ha mostrato che è solo attraverso l’affidamento a Dio, e al tipo di vita che ciò comporta, che chi è stato gravemente danneggiato nella psiche può trovare le risorse per una sufficiente rigenerazione…”.

Ciò premesso perché è meglio sostenere la famiglia tradizionale? In quanto Dio creatore per i credenti e “madre natura” per gli atei hanno previsto un maschio ed una femmina sia per la procreazione sia per l’assistenza della prole. Secondo il prof. Gerard van den Aardweg “….I figli di genitori gay sono molto più esposti, molto più di quanto non avvenga nel più instabile dei matrimoni normali, alle liti, ai conflitti, alle separazioni dei loro genitori; corrono un rischio molto maggiore di sperimentare l’abbandono da parte di un genitore a cui volevano bene. Si ricordi che i rapporti tra i gay sono praticamente sempre di breve durata, pieni di tensioni ed infedeltà, e che, mediamente, sono anche più violenti, come testimonia Luca di Tolve nel suo “Ero gay (Ed. Piemme), raccontando quasi trent’anni di vita e di frequentazioni omosessuali. Lo stile di vita gay è fondamentalmente egoista e, di conseguenza, i bambini sono soggetti ai capricci immaturi ed egocentrici dei partner”. (Opera citata pag.8)

 Tenuto conto che esiste un grande sforzo internazionale di imporre l’ideologia gay nel mondo e la genitorialità gay come innocua, comprovando il tutto con ricerche scientifiche, sempre secondo il prof. Gerard van den Aardweg “La verità è ben diversa. Innanzitutto moltissime riviste mediche e specialistiche hanno più o meno ufficialmente adottato l’ideologia gay e sono quindi inclini a pubblicare articoli che la favoriscono. In secondo luogo, numerose pubblicazioni miranti a sostenere “scientificamente” l’agenda gay scrivono, di fatto,  pseudoscienza. Per dimostrare i felici effetti della genitorialità gay, per esempio, vengono poste ai figli di tali coppie domande superficiali le cui risposte vengono poi presentate come “prova”. Oppure, per “misurare” la loro stabilità emotiva, si ricorre a test della personalità che in realtà non dimostrano proprio nulla.”

In questo secolo stiamo assistendo ad una sistematica e strategica ribellione al piano creativo di Dio. Se non ci convertiremo ne pagheremo le conseguenze. La statua della Madonna di Medjugorje ha pianto lacrime di sangue tra le mani di un Vescovo alle porte di Roma (Civitavecchia). Un segnale allarmante in quanto, come successe con le lacrime della Madonna a Siracusa, prima piange Lei e poi piangiamo noi.

 

 

 

 

Il Presidente

Dr. Arrigo Muscio

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