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L'EPIFANIA E L'ACCOGLIENZA

[1]Gesù nacque a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode. Alcuni Magi giunsero da oriente a Gerusalemme e domandavano:

[2] - Dov'è il re dei Giudei che è nato? Abbiamo visto sorgere la sua stella, e siamo venuti per adorarlo -".

Mt. 2,1/2

 

[11]Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, e prostratisi lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra".

Mt. 2,11

 

Carissimi Fratelli e Sorelle!

1. Il Vangelo di oggi parla dei Magi d'Oriente che, guidati da una stella,
vennero ad adorare Gesù a Betlemme. È l'Epifania di Cristo, cioè la sua
manifestazione alle genti. Il Messia nasce dalla stirpe di Davide, portando
a compimento le promesse dei profeti, ma il suo messaggio di salvezza è
universale: gloria d'Israele e luce per tutti i popoli (cfr Lc 2,32).
L'odierna solennità pone, quindi, in evidenza la vocazione universale della
Chiesa, chiamata a riflettere sul suo volto la luce del Signore. In questo
contesto liturgico e spirituale, ho conferito stamane l'Ordinazione a dodici
nuovi Vescovi, di vari Paesi del mondo. Mentre rinnovo loro i miei più
fervidi auguri, invito voi a pregare affinché, nel loro ministero, essi
siano sempre autentici testimoni del Vangelo, guide sagge e generose del
Popolo di Dio.

2. Il mio pensiero si rivolge ora all'Oriente cristiano, dove vivono e
proclamano il Vangelo i miei fratelli nella fede, i Patriarchi delle Chiese
Ortodosse: a Costantinopoli, ad Antiochia, a Gerusalemme, a Mosca, in
Romania, e in ogni altra terra in cui queste Chiese cantano le lodi del
Verbo di Dio che si è fatto uomo. Vorrei nominarle una ad una, esprimendo il
fervido auspicio che la luce di Cristo, del quale esse celebrano in questo
periodo la nascita, rechi loro in abbondanza tutto ciò che può rafforzare la
proclamazione dell'unico Vangelo di salvezza.
Alle Chiese Ortodosse e alle Chiese Orientali Cattoliche, che celebrano
domani la nascita di Cristo, auguro buon Natale con le parole di un Tropario
a loro ben noto: "La tua natività, o Cristo Dio nostro, fece spuntare nel
mondo la luce della verità ... Ammaestrati da una stella vennero ad adorare
Te, sole di giustizia, e a riconoscere Te, aurora celeste. O Signore, gloria
a Te".

3. Pensando a tutte le Chiese dell'Oriente cristiano, porgo loro il mio
augurio di prosperità e di gioia. Lo faccio partecipando in spirito al canto
delle loro Liturgie, e condividendo i tanti doni che il Signore ha profuso
nelle loro tradizioni e che arricchiscono la Chiesa di Cristo.
All'inizio di questo nuovo anno, mentre viviamo intensamente il Grande
Giubileo, affidiamo a Maria, "Stella del mattino", la missione
evangelizzatrice della Chiesa e il cammino dei cristiani verso la piena
unità voluta dal nostro Redentore.

Giovanni Paolo II

 

 "L'Epifania è mistero di luce, simbolicamente indicata dalla stella che guidò il viaggio dei Magi. La luce che a Natale è brillata nella notte  illuminando la grotta di Betlemme, dove restano in silenziosa adorazione Maria, Giuseppe ed i pastori, oggi risplende e si manifesta a tutti. La vera sorgente luminosa, il sole che sorge dall'alto, è però Cristo. Nel mistero del Natale, la luce di Cristo si irradia sulla terra. E questa luce spuntata a Natale, che oggi si manifesta alle genti, è l'amore di Dio, rivelato nella Persona del Verbo incarnato. Attratti da questa luce giungono i Magi dall'Oriente. Nel mistero dell'Epifania, dunque, accanto ad un movimento di irradiazione verso l'esterno, si manifesta un movimento di attrazione verso il centro, che porta a compimento il movimento già inscritto nell'Antica Alleanza.
La Persona incarnata del Verbo si presenta come principio di riconciliazione e di ricapitolazione universale. Egli è la meta finale della storia, il punto di arrivo di un esodo, di un provvidenziale cammino di redenzione, che culmina nella sua morte e risurrezione. Nel contesto liturgico dell'Epifania si manifesta anche il mistero della Chiesa e la sua dimensione missionaria. Essa è chiamata a far risplendere nel mondo la luce di Cristo, riflettendola in se stessa come la luna riflette la luce del sole. In questo contesto noi, membri della Chiesa, non possiamo non avvertire tutta l'insufficienza della nostra condizione umana, segnata dal peccato. La Chiesa è santa, ma formata da uomini e donne con i loro limiti e i loro errori. E' Cristo, Lui solo, che donandoci lo Spirito Santo può trasformare la nostra miseria e rinnovarci costantemente. E' Lui la luce delle genti, lumen gentium, che ha scelto di illuminare il mondo mediante la sua Chiesa".

Benedetto XVI (Ansa 6-1-2006)

 

L'Epifania è una festa assai importante in quanto commemora l'episodio dei Re Magi che vennero ad adorare Gesù. Pur appartenendo ad un'altra religione (probabilmente Zoroastriani, secondo alcuni studiosi) riconobbero, diversamente da molti ebrei del tempo, la nascita del Messia e lo adorarono come Dio "In principio era il Verbo, il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio…" (Gv. 1,1, seg.).

Con l'Epifania la Chiesa ricorda il mandato universale di evangelizzazione che Dio le ha affidato "Gesù disse loro: - Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo ad ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo, ma chi non crederà sarà condannato….- " (Mc. 16,15 seg.).

Purtroppo in occasione di questa festa nascono, anche ad opera di predicatori che non proclamano con chiarezza ed ortodossia le verità evangeliche e chiamano "amici" quanti invece perseguitano i cristiani nei loro paesi d'origine dove detengono il potere, delle confusioni per cui molti fedeli pensano che i cristiani debbano accogliere tutti gli appartenenti alle altre religioni senza predicare loro il Vangelo e senza domandare la reciprocità. Ciò costituisce un'eresia (Gal. 1,6 seg.) in quanto Gesù, capo e fondatore della Chiesa, ha invitato gli apostoli ed i discepoli a predicare il Vangelo "erga omnes" e tutti, sull'esempio dei magi, sono chiamati a riconoscere Gesù come Dio "Uno solo, infatti, è Dio e uno solo il mediatore fra Dio e gli uomini, l'uomo Cristo Gesù" (1 Tm. 2,5) - "Gli rispose Gesù: - Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me ha visto il Padre. Come puoi dire: Mostraci il Padre? Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me; ma il Padre che è con me compie le sue opere. Credetemi: io sono nel Padre e il Padre è in me; se non altro, credetelo per le opere stesse" (Gv. 14,9 seg.).

Di conseguenza i cristiani confondono il doveroso rispetto della libertà di ciascuno di aderire o meno all'unica verità rivelata, rispondendo poi davanti a Dio delle scelte intraprese, con il dovere che ogni discepolo di Cristo ha acquisito, in virtù del Battesimo e della Cresima, di predicare il Vangelo ad ogni creatura, anche se appartenente a religione diversa. "Se qualcuno poi non vi accoglierà e non darà ascolto alle vostre parole, uscite da quella casa o da quella città e scuotete la polvere dai vostri piedi. In verità vi dico, nel giorno del giudizio il paese di Sòdoma e Gomorra avrà una sorte più sopportabile di quella città." (Mt. 10,14 seg.) - "Poiché molti sono i seduttori che sono apparsi nel mondo, i quali  non riconoscono Gesù venuto nella carne. Ecco il seduttore e  l'anticristo! Fate attenzione a voi stessi, perché non abbiate a  perdere quello che avete conseguito, ma possiate ricevere una  ricompensa piena. Chi va oltre e non si attiene alla dottrina del  Cristo, non possiede Dio. Chi si attiene alla dottrina, possiede il  Padre e il Figlio. Se qualcuno viene a voi e non porta questo  insegnamento, non ricevetelo in casa e non salutatelo; poiché chi lo  saluta partecipa alle sue opere perverse" (2 Gv. 1,7 seg.).